venerdì 12 settembre 2014

La Regione Lombardia riempie di contenuti il Fasas delle RSA

Con la DGR X/1765 del 8 maggio 2014 relativa a “Il sistema dei controlli in ambito sociosanitario: definizione degli indicatori di appropriatezza in attuazione della DGR X/1185 del 20/12/2013” la Regione Lombardia ha meglio chiarito cosa si intende per Fasas e quali contenuti lo devono caratterizzare. La nascita del Fasas è già stato descritto in un precedente post, ma il contenuto è ancora molto discusso ed incerto, si pensi infatti che quasi la metà delle ricerche su Google che capitano su questo blog sono proprio relative a interrogazione che hanno come scopo ottenere dei chiarimenti sul Fasas.
Nella prima citata delibera relativa all’appropriatezza il Fasas assume un ruolo molto importante: l’appropriatezza infatti viene verificata prevalentemente attraverso la coerenza della documentazione contenuta nel Fasas degli ospiti campionati in fase di controllo da parte dell’ASL.
Nell’allegato 3 della sopra citata DGR viene specificato cosa è il FASAS. Risulta composto da 4 sezioni principali: 

1. sezioni anamnestiche compilate dai singoli professionisti coinvolti nel percorso assistenziale;

2. sezione relativa all’analisi/valutazione della situazione del singolo ospite e, ove necessario e opportuno, l’analisi del contesto famigliare; questa sezione dovrà contenere: 

  • l’indicazione degli strumenti validati in uso per le valutazioni (scale di valutazione);
  • le valutazioni dei diversi professionisti in funzione del bisogno rilevato e può coinvolgere a seconda della situazione tutte o alcune delle seguenti aree tematiche: • area medica; • area psicologica; • area sociale; • area infermieristica; • area riabilitativa; • area educativo-animativa; • area dell’assistenza tutelare;



3. sezione relativa al percorso dell’utente che dia evidenza della progettualità e della pianificazione degli interventi; nel caso delle RSA è indispensabile in questa sezione la presenza del PAI come dei diari delle diverse figure professionali coinvolte;

4. sezione relativa alla modulistica contenente:  i moduli riferiti alla tutela della privacy redatti secondo la normativa vigente e firmati;  i moduli relativi al consenso informato per gli specifici atti sanitari proposti;  la documentazione (anche in copia) relativa alla tutela giuridica della persona, se ed ove prevista. Non sembra dover contenere anche la documentazione amministrativa (domanda di ingresso e contratto di ingresso) come precedentemente richiesto. 

Dati questi contenuti, il Fasas deve contenere anche tutte le registrazioni delle attività svolte dall’utente e differenti dal diario? Ad esempio un’organizzazione che registra su una scheda o a sistema la presenza in palestra o la presenza ad attività di animazione, come la partecipazione al canto, ad attività sociali, deve includere anche queste registrazioni nel Fasas? 
La DGR considerata permette che le attività routinarie di assistenza (di solito erogate dall’ASA/OSS) possano essere registrate per eccezione, quando cioè a un ospite non viene effettuata una prestazione routinaria, evitando la registrazione quando la prestazione è erogata normalmente. Ad esempio l’igiene quotidiana non è necessario registrarla tutti i giorni, ma va registrata solamente in caso di mancata effettuazione specificando le motivazioni. Potrà esserci ad esempio corrispondenza tra la segnalazione di indisposizione nel diario infermieristico e il mancato bagno. 
Lo stesso vale per le attività educative/animative in cui sembra possibile registrare solo le situazioni eccezionali, cioè la mancata erogazione di un’attività prevista nel Piano. 

 Un aspetto che vogliamo sottolineare è l’introduzione di una fase di definizione degli obiettivi dell’intervento che va formalizzata nel Progetto Individuale con l’attività di pianificazione degli interventi che è formalizzata nel PAI. Al momento a gran parte delle organizzazioni effettua il PAI, che contiene anche il Progetto Individuale. Bisognerà vedere se questa distinzione comporterà anche di fase di verifica da parte degli enti di controllo la necessità di avere due documenti diversi, anche se strettamente connessi. Nel Progetto Individuale verranno indicati gli obiettivi perseguibili che l’équipe si prefigge di raggiungere sulla base dei bisogni emersi e le relative aree di intervento. Nel PAI verrà inserita la pianificazione delle attività (ad esempio che tipo di attività psico-motoria svolgerà l’ospite e con che frequenza). Per questo aspetto sarà necessario vedere quale indirizzo prende il personale delle ASL cui è delegata la vigilanza ed il controllo. In termini generali si può dire che si va costruendo un modello organizzativo basato sulla pianificazione delle attività da svolgere e sulla registrazione delle attività effettivamente svolte che diventa più facile da verificare da parte di controllori interni ed esterni. Si tratta di lavorare secondo i modelli organizzativi basati sui sistemi di gestione e sul ciclo di Deming (Plan-DO-Check-Act). Le organizzazione che già adottano sistemi di gestione per la qualità o per la sicurezza si troveranno avvantaggiate perché già adottano questa logica.
Per maggiori informazione potete inoltrare le vostre richieste a info@innconsulting.it.

lunedì 28 aprile 2014

Cosa comporta per le RSA il D.Lgs. n° 19 del 19 febbraio 2014?

Il decreto legislativo 19 del 19 febbraio 2014 rende operativo l’accordo tra HOSPEEM e FSESP, in materia di prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario ed in particolare aggiorna il D.Lgs 81/2008 introducendo il Titolo X bis - Protezione dalle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario.

La ferita da punta e taglio è pericolosa perché se lo strumento è stato contaminato da materiale infetto può generare un rischio biologico per l’operatore ferito.
Non tutte le figure professionali che operano in una RSA sono esposte a questo rischio:
  • medici e infermieri che svolgono regolarmente attività sugli ospiti (iniezioni, prelievi, medicazioni, ecc.) sono i più esposti e certamente devono essere valutati;
  • ASA e OSS non utilizzano dispositivi medici taglienti o siringhe e quindi il rischio per questa figura potrebbe non essere valutato, anche se può succedere che si feriscano in caso di dimenticanza/smarrimento di dispositivi medici utilizzati da infermieri e medici o in fase di assistenza ad un infermiere in caso di ospiti agitato;
  • Fisioterapisti non utilizzano siringhe o taglienti (in alcuni casi sono utilizzate le siringhe per prelevare i liquidi dalle provette) e quindi non sono esposti al rischio biologico a seguito di ferite di punta e taglio;
  • le altre figure professionali non dovrebbero essere esposte a questo rischio.


Un’attività spesso trascurata, ma ad alto rischio, è quella della pulizia, disinfezione e sterilizzazione dei ferri chirurgici che va attentamente codificata.

Questa modifica obbliga il datore di lavoro che opera in ambito sanitario a considerare questo rischio nel proprio DVR e ad adottare misure di prevenzione e protezione.
In realtà si può ritenere che in tutte le strutture sanitarie questo rischio sia già considerato, ed in quanto tale probabilmente non è necessario integrare la valutazione dei rischi. Il decreto però introduce alcuni obblighi, che sono (come previsto dall’art. 286-sexies):

Commi dell’articolo 286-sexies
Attività da svolgere
a) definizione e attuazione di procedure di utilizzo e di eliminazione in sicurezza di dispositivi medici taglienti e di rifiuti contaminati con sangue e materiali biologici a rischio, garantendo l'installazione di contenitori debitamente segnalati e tecnicamente sicuri per la manipolazione e lo smaltimento di dispositivi medici taglienti e di materiale da iniezione usa e getta, posti quanto più vicino possibile alle zone in cui sono utilizzati o depositati oggetti taglienti o acuminati; le procedure devono essere periodicamente sottoposte a processo di valutazione per testarne l'efficacia e costituiscono parte integrante dei programmi di informazione e formazione dei lavoratori;
Tutte le strutture dovranno avere delle procedure che descrivono le modalità di utilizzo e di smaltimento dei dispositivi medici, su tutti i carrelli dovranno essere disponibili alibox sicure
eliminazione dell'uso di oggetti taglienti o acuminati quando tale utilizzo non sia strettamente necessario;

b) eliminazione dell'uso di oggetti taglienti o acuminati quando tale utilizzo non sia strettamente necessario
Valutazione ed eliminazione di tutti gli oggetti taglienti e acuminati non necessari (è opportuno dare evidenza della valutazione fatta e dei risultati conseguenti)
c) adozione di dispositivi medici dotati di meccanismi di protezione e di sicurezza;
Va effettuata una rigorosa valutazione delle attrezzature utilizzate per verificare che siano le più sicure e in linea con le soluzioni tecniche più avanzate
d) divieto immediato della pratica del reincappucciamento manuale degli aghi in assenza di dispositivi di protezione e sicurezza per le punture;
nella procedura sopra citata è necessario esplicitare il divieto assoluto della pratica di reincappucciamento;

e) sorveglianza sanitaria;
Se già non considerato, il rischio biologico deve essere introdotto nella sorveglianza sanitaria per le figure esposte;
f) effettuazione di formazione in ordine a:
  • uso corretto di dispositivi medici taglienti dotati di meccanismi di protezione e sicurezza;
  • procedure da attuare per la notifica, la risposta ed il monitoraggio post-esposizione;
  • profilassi da attuare in caso di ferite o punture, sulla base della valutazione della capacità di infettare della fonte di rischio.

Erogazione della formazione sul rischio e sulle procedure adottate per l’eliminazione del rischio stesso.
È necessario formalizzare una procedura che definisca cosa fare in caso di ferita (lavaggio e pulizia, disinfezione, medicazione, invio in pronto soccorso) e l’eventuale follow-up (da redigere in collaborazione con il Medico Competente
g) informazione per mezzo di specifiche attività di sensibilizzazione, anche in collaborazione con le associazioni sindacali di categoria o con i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, attraverso la diffusione di materiale promozionale riguardante: programmi di sostegno da porre in essere a seguito di infortuni, differenti rischi associati all'esposizione al sangue ed ai liquidi organici e derivanti dall'utilizzazione di dispositivi medici taglienti o acuminati, norme di precauzione da adottare per lavorare in condizioni di sicurezza, corrette procedure di uso e smaltimento dei dispositivi medici utilizzati, importanza, in caso di infortunio, della segnalazione da parte del lavoratore di informazioni pertinenti a completare nel dettaglio le modalità di accadimento, importanza dell'immunizzazione, vantaggi e inconvenienti della vaccinazione o della mancata vaccinazione, sia essa preventiva o in caso di esposizione ad agenti biologici per i quali esistono vaccini efficaci; tali vaccini devono essere dispensati gratuitamente a tutti i lavoratori ed agli studenti che prestano assistenza sanitaria ed attività ad essa correlate nel luogo di lavoro;
Informazione sul rischio a tutti i lavoratori esposti al rischio che deve essere comunque registrata
h) previsione delle procedure che devono essere adottate in caso di ferimento del lavoratore per:
  • prestare cure immediate al ferito, inclusa la profilassi post-esposizione e gli esami medici necessari e, se del caso, l'assistenza psicologica;
  • assicurare la corretta notifica e il successivo monitoraggio per l'individuazione di adeguate misure di prevenzione, da attuare attraverso la registrazione e l'analisi delle cause, delle modalità e circostanze che hanno comportato il verificarsi di infortuni derivanti da punture o ferite e i successivi esiti, garantendo la riservatezza per il lavoratore.

Formalizzare una procedura (vedi punto f) che definisca le azioni immediate e la profilassi post esposizione.
È anche opportuno che venga compilata una scheda incidente per valutare l’adeguatezza delle procedure stabilite e l’eventuale necessità di aggiornamento e integrazione

In conclusione, a seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs 19 del 2014, le strutture sanitarie, e quindi certamente le RSA, dovranno:

  • effettuare una revisione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR);
  • mettere a disposizione dei lavoratori dispositivi medici adeguati ed in grado di minimizzare i rischi;
  • avere disponibili procedure sulle modalità di utilizzo dei dispositivi medici taglienti e appuntiti e sulle corrette modalità di smaltimento di questi rifiuti, sulle attività da effettuarsi dopo un eventuale incidente e sulle misure di monitoraggio e profilassi;
  • effettuare la formazione e l’informazione sul rischio biologico e sull’utilizzo dei dispositivi medici taglienti e appuntiti;
  • analizzare eventuali incidenti dovuti a ferite di punta e taglio al fine di valutare l’adeguatezza delle misure di prevenzione adottate.



In caso di richieste di valutazione degli interventi da adottare o di adeguamento del vostro DVR potete contattarci all’indirizzo: info@innconsulting.it

sabato 1 marzo 2014

La Fondazione Casa di Riposo AGOSTONI si certifica OHSAS 18001


Nello scorso mese di gennaio la Fondazione Casa di Riposo AGOSTONI di Lissone (MB) ha ottenuto la certificazione secondo la norma OHSAS 18001 del proprio Sistema di Gestione per la Salute e la Sicurezza.

La Fondazione Casa di Riposo AGOSTONI è la prima RSA per anziani della provincia di Monza Brianza a conseguire la certificazione secondo questo standard ed è stata assistita da INN Consulting nello sviluppo del Sistema.

Il Sistema di Gestione per la Salute e la Sicurezza garantisce il rispetto del Dlgs 81/2008 e successive modifiche e integrazioni, garantisce cioè la Salute e la Sicurezza dei lavoratori, degli ospiti e dei visitatori.

Il coinvolgimento e la partecipazione di tutti i lavoratori della Fondazione ha permesso di sviluppare un progetto che ha fatto crescere le professionalità presenti ed il livello di orgoglio di tutti gli operatori.

Per avere maggiori informazioni potete inviare una mail a info@innconsulting.it; sarà nostra cura ricontattarvi.


martedì 18 febbraio 2014

Perché investire nell'organizzazione?

In periodi di crisi, in particolare quando è la domanda quella che sconta le maggiori difficoltà, sono molte le risposte che le organizzazioni possono dare per sopravvivere alla crisi.
Nel caso delle RSA, e in generale per il settore del welfare, alla diminuzione della domanda (sono infatti un numero crescente le famiglie che possono sostenere i costi di un ricovero in una RSA) si aggiunge anche una riduzione del contributo regionale che costituisce una parte rilevante delle entrate delle organizzazioni. La combinazione delle due dinamiche ha effetti pesanti sui bilanci delle unità di offerte, che quindi si pongono la domanda di cosa fare per poter garantirsi la sopravvivenza e per non far mancare l’offerta dei propri servizi alla popolazione.

Le risposte che possono essere fatte si articolano essenzialmente sulle seguenti direttive:
  • aumento dei ricavi con ritocchi delle rette ( e la conseguente diminuzione della domanda di ricovero);
  • taglio dei costi, in particolare quelli del personale affidando alcuni servizi in tutto o in parte a cooperative con costi del lavoro inferiori;
  • recupero di efficienza eliminando gli sprechi presenti in misura maggiore o minore in qualsiasi organizzazione;
  • diversificazione, affiancando attività nuove a maggior margine e sfruttando le possibili economie di scala con i servizi tradizionali.
Le quattro strategie presentano dei vantaggi e degli svantaggi come riportato nella tabella seguente.

Strategia
Vantaggi
Svantaggi
Aumento delle rette
Aumento dei ricavi
Diminuzione della domanda di ricoveri e quindi possibile rischio di posti letto liberi
Taglio dei costi e esternalizzazione dei servizi
Probabile riduzione dei costi tale da portare il bilancio in pareggio o in attivo
Possibile riduzione della qualità del servizio erogato
Riduzione delle possibilità di controllo della qualità del servizio erogato
Recupero di efficienza con eliminazione degli sprechi
Riduzione dei costi tale da portare il bilancio in pareggio o in attivo se le perdite sono solo di qualche punto percentuale
Opzione praticabile per miglioramenti della redditività di qualche punto percentuale.
Diversificazione dell’offerta
Presenza sul territorio rafforzata
Economie di scala legate alla presenza di strutture e personale non completamente utilizzate
Non sempre sono disponibili strutture e personale in eccesso
Le attività in cui diversificare non sempre sono economicamente vantaggiose

Una risposta da considerare in una prospettiva di medio periodo, una strategia preventiva, potremmo chiamarla, è l’investimento nella costruzione di modelli organizzativi o nello sviluppo di Sistemi di Gestione che permettano un miglioramento dei costi (quanto meno un attento controllo della loro dinamica) ed un miglioramento anche degli standard di servizio offerti.

Cosa intendiamo con Modello Organizzativo o Sistema di Gestione?

Un modello organizzativo è la modalità di organizzazione delle risorse impiegate in un processo al fine di raggiungere un determinato obiettivo. Si tratta cioè di fare in modo che tutto il personale, ma anche le altre risorse, impiegato nei processi tenda verso un obiettivo o un sistema di obiettivi definendo le regole che devono essere seguite per raggiungere questo obiettivo. Le regole, come d’altra parte gli obiettivi, devono essere chiare, formalizzate e diffuse.

Solo in presenza di chiari obiettivi tutta l’organizzazione si muove nella direzione voluta, migliorando l’efficienza dei processi svolti.

Ci è capitato spesso di vedere organizzazioni che sono prive di obiettivi, dove le operazioni vengono svolte perché devono essere svolte, senza avere un indirizzo o un punto di riferimento.
Ancora meno sono le organizzazioni che definiscono gli obiettivi in modo misurabile e che misurano il raggiungimento di quegli obiettivi. In un precedente post abbiamo anche proposto un sistema di parametri da monitorare che possono anche diventare di obiettivi.

Quando abbiamo trovato degli obiettivi, questi erano spesso adottati per rispondere ai requisiti di accreditamento come il rispetto del minutaggio per ospite imposto dalla Regione.

L’adozione di un Sistema di Gestione non può quindi prescindere dall’adozione del modello PDCA (Plan, Do, Check, Act) che si basa sulle seguenti 4 fasi:
  • la pianificazione (Plan) che comporta la definizione e la comunicazione degli obiettivi da raggiungere e le modalità da adottare,
  • lo svolgimento dei processi (Do) secondo le modalità pianificate,
  • la verifica (Check) che siano rispettate le modalità e rispettati gli obiettivi,
  • la correzione delle modalità (Act) se gli obiettivi non sono rispettati prima di ridefinire gli obiettivi per il periodo successivo.
Questo schema può essere adottato da qualsiasi organizzazione e gli obiettivi possono riguardare diversi campi di applicazione.
Se si pone al centro la qualità del servizio e la soddisfazione del cliente è possibile adottare uno schema che può fare riferimento alla norma UNI EN ISO 9001; se l’obiettivo è quello relativa alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori è possibile fare riferimento alla norma OHSAS 18001 (che prossimamente diventerà ISO 45001). Adottare uno di questi schemi, permette di avere dei riferimenti internazionali e di limitare lo sforzo di progettazione.

è però anche possibile non utilizzare questi schemi e adottare il modello PDCA definendo gli obiettivi che si ritiene siano strategici per la organizzazione e controllando che gli obiettivi siano conosciuti e raggiunti.
Spesso è la mancanza di obiettivi chiari e perseguibili che provoca la perdita di competitività dell’organizzazione; queste sono le organizzazioni che erogano servizi senza un obiettivo preciso per cui il personale effettua le scelte senza una precisa discriminante per sapere cosa conviene fare e cosa no.

Nella definizione degli obiettivi occorre fare lo sforzo di identificare il parametro da misurare: se ci si limita a porsi come obiettivo, ad esempio, l’aggiornamento del PAI con cadenza almeno trimestrale e a verificare l’effettivo aggiornamento del PAI con le scadenze definite, siamo in grado di rispettare gli obblighi richiesti dalle ASL, ma non facciamo fare un salto di qualità al sistema. L’obiettivo deve quindi essere espresso in altra maniera e deve riguardare non l’atto dell’aggiornamento del PAI ma i risultati che l’adozione della Valutazione Multi Dimensionale  comporta per l’ospite e per l’organizzazione.
Calcolare invece un indice che tenga conto di parametri che influenzano la qualità della vita degli ospiti quali (a solo titolo di esempio):
  • perdita di peso,
  • idratazione
  • cadute,
  • diffusione di malattie infettive,
  • infortuni agli ospiti
  • ricoveri in ospedali o ricorso al pronto soccorso
significa far sì che gli operatori svolgano la loro attività con l’obiettivo di migliorare le condizioni degli ospiti e non semplicemente per aggiornare la documentazione.

è certo, infatti, che solo un approccio Multi Dimensionale permette di migliorare i parametri sopra riportati per cui il requisito per l’accreditamento sarà comunque rispettato.
Proviamo a metterci nei panni di un operatore, è evidente che se il suo obiettivo è il rispetto del programma di aggiornamento del PAI sarà difficile muovere in lui dell’entusiasmo e della tensione per quella che viene identificata come una attività amministrativo-burocratica. Diverso è il caso in cui l’obiettivo è mantenere, e se possibile migliorare, le condizioni degli ospiti su aspetti in cui la sua attività ha un diretto impatto. L’aggiornamento del PAI diventa una conseguenza amministrativa non il fine dell’attività.

La costruzione degli indicatori diventa il fattore fondamentale per la costruzione del Sistema di Gestione; non è immediato identificare questi indicatori, specie se non sono disponibili in letteratura, ma una paziente attività di sperimentazione è la base per la costruzione e il consolidamento di questi indicatori obiettivo.

Ci sembra che siano poche le RSA che sono in grado di monitorare facilmente e in continuo i parametri sopra elencati, per cui il primo passo è il monitoraggio dell’esistente, per avere una base su cui costruire gli obiettivi e che questi obiettivi siano poi raggiungibili.

In alcune RSA è difficile sapere quanti prelievi vengono fatti, quante medicazioni, quanti ospiti sono alimentati per via enterale. La costruzione di una base di dati diventa quindi la base per la costruzione del Sistema di Gestione. Se non si misura non è possibile migliorare l’efficienza dei processi.

L’implementazione del Sistema di Gestione diventa quindi uno strumento di miglioramento della efficienza dell’organizzazione che lo adotta, miglioramento che non sacrifica, ma migliora, la qualità delle prestazioni offerte e la soddisfazione del cliente.

Approfondiremo questo tema nei prossimi post e se siete interessati potete scrivere una mail a info@innconsulting.it .

venerdì 17 gennaio 2014

Le novità introdotte dalla DGR 1185 del 20 dicembre 2013

La Regione Lombardia ha pubblicato le “Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio sanitario per l’esercizio 2014” in cui sono contenute le novità che caratterizzeranno la gestione delle RSA in Lombardia.
La deliberazione introduce alcune novità e tratteggia l’evoluzione che caratterizzerà il settore per l’anno in corso.

In questa analisi prendiamo in considerazione le novità organizzative che le RSA dovranno affrontare nel corso del 2014.

Una prima osservazione generale: viene ribadita la spinta all’introduzione di forme di assistenza diversa e intermedia per intensità tra RSA e ADI quali residenzialità leggera e RSA aperta. In questo senso la Regione Lombardia spinge per una differenziazione dell’offerta ed è compita delle unità di offerta, in particolare le RSA di evolvere dal punto di vista organizzativo per poter sfruttare queste opportunità offerte dall’evoluzione normativa. Da tempo questo blog, confortato anche dagli studi dell’Osservatorio RSA dellaLIUC di Castellanza, sostiene la necessità di sviluppo organizzativo delle RSA al fine garantire competitività e sviluppo a seguito di un processo di diversificazione dei servizi offerti (e quindi delle fonti di ricavo). Per una valutazione delle opportunità e dei rischi è utile vedere anche il contributo di Fabrizio Giunco pubblicato su Lombardia Sociale

In sintesi le principali novità dal punto di vista organizzativo.

  • Viene ribadito che il sistema VAOR, dopo la sperimentazione, sostituirà la valutazione SOSIA a cominciare dall’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) per estendersi progressivamente a tutto il sistema socio sanitario (RSA, CDI, ecc.).

  • Le regole definite nella DGR 3540/2012 per l’esercizio e l’accreditamento delle unità di offerta socio sanitarie verranno riviste entro la fine di settembre del 2014.
  • Verranno riviste entro fine aprile 2014 le regole del sistema di vigilanza sull’appropriatezza delle cure contenute nella DGR 4980/2013 alla luce di quanto emerso nel periodo di sperimentazione.
  • Possibilità di un aumento del numero di posti letto RSD con conseguente diminuzione di posti letto RSA a seguito di una riduzione di ospiti di classe SOSIA 7 e 8 che dovranno essere presi in carica da forme di offerta a minore intensità di prestazione (RSA leggera o RSA aperta).
  • Sono esonerati dall’adozione obbligatoria del modello organizzativo D.Lgs 231/2001 le unità di offerta con capacità contrattuale pari o superiore a 800.000(ottocentomila) €/anno. Per le unità di offerta con l’obbligo di adozione del modello organizzativo, l’Organismo di Vigilanza deve trasmettere all’ASL entro il 28 febbraio di ogni anno (non più il 31 dicembre) la relazione sintetica relativa all’anno precedente nella quale evidenzi le attività di sorveglianza e controllo svolte, con particolare riferimento alle attività afferenti l’accreditamento e il contratto siglato con l’ASL. La relazione deve anche indicare le azioni intraprese dall’Ente a fronte di eventuali criticità rilevate.
  • Il budget 2015 potrà essere variato nella misura del ±10% premiando comportamenti virtuosi e disincentivando quelli inappropriati nei limiti delle risorse complessive del sistema.
  • Per le assenze temporanee dell’utente è prevista la remunerazione a carico del FSR delle assenze dell’utente, nell’ambito del budget assegnato all’Unità d’Offerta, entro il limite massimo di 10 giorni consecutivi di assenza e per un massimo di 20 giorni annui per utente. Per quanto riguarda RSA e RSD, nel caso di ricoveri ospedalieri, la remunerazione viene garantita solo a condizione che l’Unità d’Offerta assicuri, all’ospite ricoverato, prestazioni di carattere assistenziale integrative e/o sostitutive dei famigliari. Di tali prestazioni deve essere data evidenza nel Fascicolo personale.

Torneremo ancora su queste novità. In caso desideriate ottenere maggiori informazioni potete scrivere a info@innconsulting.it

mercoledì 4 settembre 2013

Il fascicolo Socio Assistenziale e Sanitario -FaSAS

Sono molte le ricerche su internet e anche sul nostro blog a proposito del Fascicolo Socio Assistenziale e Sanitario FaSAS. In particolare le ricerche riguardano cosa deve contenere il FaSAS e il significato di diario degli interventi o il diario degli eventi. Per questo motivo vogliamo cercare di chiarire il nostro punto di vista sul FaSAS, con particolare riferimento alle RSA della Lombardia.
Si tratta del nostro punto di vista, non di un punto di vista ufficiale, anche se tiene conto dei riscontri delle prime verifiche svolte da alcune ASL lombarde presso strutture RSA con cui collaboriamo.

Un po’ di storia
Il termine Fascicolo Socio Assistenziale e Sanitario FaSAS è molto recente.
Nella D.g.r. 7435 del dicembre 2001, che definisce le regole per l’accreditamento delle RSA si parla di fascicolo sanitario e sociale  o di fascicolo socio sanitario e così per tutti gli anni successivi.

Ad esempio nella Delibera 8496 del 26 novembre 2008 “DISPOSIZIONI IN MATERIA DI ESERCIZIO, ACCREDITAMENTO, CONTRATTO, E LINEE DI INDIRIZZO PER LA VIGILANZA ED IL CONTROLLO DELLE UNITA’ DI OFFERTA SOCIOSANITARIE “ si definisce che:
Il fascicolo socio sanitario deve contenere il diario clinico nel quale sono documentati gli eventi riguardanti l’evoluzione dello stato di salute dell’utente e sono registrati i trattamenti diagnostici, terapeutici, assistenziali, riabilitativi effettuati. Variazioni delle condizioni di salute dell’utente e le eventuali modifiche, motivate, al piano di cura devono essere segnalate tempestivamente. Ogni registrazione di diario deve essere corredata di data e ora, il redattore deve essere sempre identificabile. Gli operatori che hanno titolo a redigere il diario clinico sono: i medici, gli infermieri, i tecnici della riabilitazione, che sono chiamati ad assumere decisioni incidenti sull’assistito o ad attuare prestazioni a favore dello stesso; inoltre altre figure professionali di operatori definite negli standard gestionali (es. educatori, OSS/ASA/OTA, altre figure previste dalla normativa specifica dell’unità d’offerta), compatibilmente con le attribuzioni loro conferite dalla normativa vigente e da discipline regolamentari interne alle unità d’offerta.

è solo a partire dal 2012 che viene introdotto il termine FaSAS infatti nella D.g.r. 30 maggio 2012 - n. IX/3540 “Determinazioni in materia di esercizio e accreditamento delle unità di offerta sociosanitarie e di razionalizzazione del relativo sistema di vigilanza e controllo”; infatti nell’allegato B si dice:
2.2.2.Fascicolo socio assistenziale e sanitario
Tutte le unità di offerta devono adottare un fascicolo socio assistenziale e sanitario per la tenuta e l’aggiornamento delle informazioni sulla persona assistita, completo di consenso informato dell’assistito/ tutore/curatore o amministratore di sostegno.
Il FaSaS è composto almeno da:
  1. sezioni anamnestiche;
  2. strumenti validati in uso per le valutazioni (scale di valutazione) e relativa classificazione ove prevista;
  3. valutazioni dei diversi professionisti (esame obiettivo, scheda infermieristica, riabilitativa, sociale, psicologica, educativo-animativa);
  4. progetto individuale (PAI, PEI, PRI, pri, etc.);
  5. diario degli eventi ed interventi;
  6. documentazione/modulistica riferita ad aspetti assistenziali.

Il FaSAS deve essere costantemente aggiornato e debitamente compilato. Il fascicolo Socio Assistenziale e Sanitario contiene il diario socio-sanitario nel quale sono documentati gli eventi riguardanti l’evoluzione del percorso dell’utente all’interno dell’unità d’offerta, sono registrati i trattamenti diagnostici, terapeutici, farmacologici, assistenziali, riabilitativi, educativi, animativi effettuati. Variazioni delle condizioni di salute dell’utente e le eventuali modifiche, motivate, al piano di cura devono essere segnalate tempestivamente. Ogni registrazione in diario deve essere corredata di data, ora e firma (anche sigla, se esiste siglatario aziendale) dell’estensore. Il redattore della nota deve essere sempre identificabile. Particolare attenzione deve essere posta con riguardo alla tracciabilità puntuale dei farmaci somministrati agli utenti.
(...)
la definizione di modalità di compilazione della documentazione sociosanitaria, prevedendo l’accessibilità e la compilazione per le diverse figure professionali, e che le indicazioni date trovino attuazione nella pratica quotidiana dell’unità d’offerta. E’ necessario verificare che gli interventi effettuati e registrati riportino sempre data, ora e firma dell’addetto. Il gestore si farà carico di conservare registro contenente il deposito delle firme e delle sigle del personale titolato alla compilazione del fascicolo socio assistenziale e sanitario. E’ necessario verificare che la tenuta della documentazione sociosanitaria sia rispettosa delle norme regionali che hanno orientato l’intervento del “sistema regione” alla consapevolezza “dell’unitarietà” della persona. Il FaSAS deve pertanto essere unico e contenere la registrazione di tutti gli interventi attuati con/sulla persona;
(...)
1.4.1.Controllo di appropriatezza assistenziale
In ogni unità d’offerta socio sanitaria del sistema lombardo deve essere assicurata l’appropriatezza assistenziale.In particolare, nelle unità di offerta accreditate, deve essere raccolta, in maniera unitaria, tutta la documentazione riferita ad ogni singolo utente, comprensiva degli interventi effettuati sul/con lo stesso a cura degli operatori della struttura (ambulatoriale, semiresidenziale, residenziale, domiciliare).Tale documentazione costituisce il fascicolo socio assistenziale e sanitario.
(...)
Il FaSAS costituisce documentazione obbligatoria atta a dare evidenza del percorso clinico-assistenziale della persona nella specifica unità d’offerta. In caso di re-ingresso nella medesima unità d’offerta potrà essere utilizzato il medesimo FaSaS integrato da nuove valutazioni e comunque attenendosi al rispetto delle regole previste per la gestione dei singoli flussi informativi.Il trasferimento ad altra unità d’offerta prevede la costituzione di un nuovo FaSaS.
Al FaSAS si applicano tutte le regole e condizioni dovute per la tenuta e conservazione della documentazione sanitaria.
Tutti gli elementi costitutivi del FaSAS devono essere tenuti all’interno dello stesso dossier e devono essere tempestivamente fruibili da parte degli operatori dell’unità d’offerta, dei servizi atti a garantire la continuità assistenziale e degli organismi di controllo. Anche qualora l’ente gestore adotti sistemi elettronici di compilazione del FaSAS è dovuta la presenza di copia cartacea della documentazione.

Anche nella successiva Deliberazione N° IX / 3584 Seduta del 06/06/2012 “DETERMINAZIONI IN ORDINE ALL’ALLEGATO A) ALLA DGR N. 3541 DEL 30/05/2012 “DEFINIZIONE DEI REQUISITI SPECIFICI PER L’ESERCIZIO E L’ACCREDITAMENTO DELL’ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA”
viene citato il requisito di ... presenza di un locale con funzioni di segreteria (call center) per la gestione delle segnalazioni e delle richieste di attivazione nonché per la conservazione della documentazione sanitaria (Fascicolo Socio assistenziale e Sanitario contenente il PAI e il diario assistenziale) degli assisti in conformità al D.L.vo 196/03 in materia di privacy; (omissis)
Adozione del fascicolo socio assistenziale e sanitario per la tenuta e l’aggiornamento delle informazioni sulla persona assistita, completo del consenso informato dell’assistito/Tutore/amministratore di sostegno e contenente la valutazione del bisogno, il PAI e il
diario delle prestazioni successivamente alla dimissione dell’assistito.

L’ultima Deliberazione N° IX / 4980 Seduta del 07/03/2013 “DETERMINAZIONI IN ORDINE AL CONTROLLO DI APPROPRIATEZZA NEL SISTEMA SOCIOSANITARIO IN ATTUAZIONE DEI CRITERI DI REVISIONE DELLE FUNZIONI DI VIGILANZA E CONTROLLO DELLE ASL DI CUI ALL'ALLEGATO C DELLA DGR IX/3540 DEL 30.05.2012” contribuisce ulteriormente al chiarimento dando, nel glossario, la seguente definizione che riprende e arricchisce le precedenti:

FASAS: Fascicolo Socio Assistenziale e Sanitario contenente:
  • le sezioni anamnestiche;
  • gli strumenti validati in uso per le valutazioni (scale di valutazione);
  • le valutazioni dei diversi professionisti in funzione del bisogno (esame obiettivo, sezione infermieristica, riabilitativa, educativo-animativa, sociale, psicologica);
  • i protocolli applicati coerentemente con i bisogni del caso;
  • il progetto individuale comprensivo del piano/programma assistenziale (PAI), o del piano/programma educativo (PEI), o del piano/programma riabilitativo (PRI);
  • il diario degli eventi ed interventi;
  • la documentazione/modulistica riferita ad aspetti sanitari e/o assistenziali (SOSIA, SIDI, SDOFAM, RIAFAM, SESIT, CON, CDI web) aggiornata e debitamente firmata dal medico responsabile della compilazione;
  • i moduli riferiti alla tutela della privacy redatti secondo la normativa vigente e firmati, al segreto professionale e, in caso di decesso in struttura, la copia dell’attestazione ISTAT;
  • la documentazione relativa alla tutela giuridica della persona, ove prevista;
  • il contratto di ingresso;
  • le rivalutazioni periodiche.


L’importanza del FaSAS
L’importanza del FaSAS deriva in primo luogo dall’impossibilità di fornire un servizio adeguato all’ospite in assenza di un quadro informativo completo. Inoltre il FaSAS diventa lo strumento attraverso il quale gli organi di controllo (ASL in primo luogo) effettuano le verifiche sull’appropriatezza delle prestazioni, sulle condizioni dell’ospite, sulla legittimità dei rimborsi ricevuti.
La Deliberazione 4980/2013 evidenzia proprio come i controlli di appropriatezza si basino sui contenuti del FaSAS.

Il contenuto del FaSAS
La normativa sopra riportata è molto ricca di definizioni del contenuto, nonostante ciò, come dicevamo all’inizio vengono fatte molte ricerche per avere chiarimenti. Facciamo di seguito alcune osservazioni pratiche a ruota libera che dovrebbero essere di chiarimento.
  • Il PAI o comunque il progetto individuale è incluso nel FaSAS mentre precedentemente si parlava di PAI, SOSIA e Fascicolo socio assistenziale come di tre documenti separati;
  • Il FaSAS non contiene solo documentazione sanitaria, ma anche documentazione amministrativa come il contratto di accesso alla struttura.
  • Appartengono al FaSAS tutti i referti di visite specialistiche, esami di laboratorio, esami strumentali, scale di valutazione così come il diario medico, il diario infermieristico, il diario fisioterapico, il diario sociale; queste scritture costituiscono anche parte del diario degli eventi e degli interventi.
  • Va incluso nel FaSAS, ad esempio, la registrazione dell’inizio di un ciclo di fisioterapia e la sua chiusura, mentre non includeremmo le registrazioni, se esistenti, di ogni seduta svolta; parallelamente la stessa logica va applicata alle altre attività svolte.
  • Nel FaSAS andrebbero inclusi anche i protocolli adottati per l’ospite di riferimento, questo comporta un aggravio di produzione cartacea, francamente inspiegabile.


Le norme che regolano il FaSAS
Non esistono norme specifiche che regolano il FaSAS oltre a quelle sopra riportate. Non si tratta di una cartella clinica che è regolata da leggi nazionali che codificano modalità di conservazione e durata.
è la stessa situazione del Fascicolo socio sanitario, per cui l’Assessorato alle Politiche Sociali e Sanitarie della Provincia di Mantova nel 2010 ha prodotto una linea guida molto esauriente. Per estensione riteniamo che le indicazioni ivi contenute possono essere estese anche al FaSAS.



Per avere maggiori informazioni potete inviare una mail a info@innconsulting.it; sarà nostra cura ricontattarvi.

venerdì 28 giugno 2013

La valutazione del rischio chimico nelle RSA

INN Consulting Srl presenta un nuovo servizio per la valutazione del rischio chimico nelle RSA che risponde all'esigenza di approfondimento su questo specifico rischio, spesso sottovalutato nei DVR delle Residenze Sanitarie e Assistenziali.
In tutte le strutture vengono utilizzati agenti chimici (farmaci, disinfettanti, prodotti detergenti, detersivi e prodotti per la sanificazione) che possono essere rischiosi per i lavoratori. Questa proposta garantisce i Datori di lavoro che il rischio è valutato correttamente e in maniera professionale.
Per saperne di più è possibile scaricare la descrizione del servizio cliccando qui.