In questi ultimi tempi si parla molto della possibilità che i requisiti imposti dal Decreto Legislativo 231 del 2001 diventino un requisito per l’accreditamento regionale per le RSA (Residenze Sanitarie per Anziani) e le ASP (Aziende Servizi alla Persona). Qualche società di consulenza, per promuovere i propri servizi, ha fatto del terrorismo ideologico dandole già per obbligatorie.
Al momento l’unico riferimento normativo è contenuto nel Piano Socio Sanitario Regionale 2010-2014 della Regione Lombardia, approvato il 17 novembre 2010, dove si dice “Nel corso della IX legislatura, fatta salva un’appropriata differenziazione tra servizi sanitari e servizi socio sanitari, sulla base della complessità dei servizi e dell’intensità di cura, i modelli organizzativi e i codici etico-comportamentali saranno estesi alle ASP e ai soggetti gestori delle Residenze Sanitarie per Anziani (RSA) di maggior rilievo entro il 31 dicembre 2012.”
Da ultimo si ipotizza che una quota, pari ad un quarto del totale del Premio di Qualità Aggiunta per le RSA accreditate, sia riconosciuta alle organizzazioni che hanno iniziato il percorso per lo sviluppo di un sistema di gestione secondo il DLgs 231/2001 ha rinforzato l’idea che il legislatore dia importanza a questo aspetto.
Nel frattempo l’adozione del Codice Etico e del Modello Organizzativo ex DLgs 231/2001 è diventato obbligatorio a partire da aprile 2011 per gli enti di formazione accreditati dalla Regione Lombardia.
Il settore della formazione è spesso un apripista per la successiva diffusione in altri settori.
Il Decreto Legislativo 231/2001
Il titolo “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, …” indica l’area di applicazione: con questa norme è stata estesa anche alle persone giuridiche la responsabilità di reati penali che normalmente fanno capo esclusivamente alle persone fisiche. I resti considerati (che si sono incrementati rispetto alla prima approvazione della norma) sono i seguenti:
· i reati in danno della Pubblica Amministrazione,
· abusi di mercato,
· reati societari,
· reati in tema di falsità in monete, in carte di pubblico credito e in valori in bollo,
· reati con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico,
· reati contro la personalità individuale,
· reati contro la vita e l’incolumità individuale,
· reati transnazionali,
· reati ambientali,
· delitti di omicidio colposo e lesioni gravi o gravissime con violazioni delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della sicurezza sul lavoro,
· ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita,
· delitti informatici e trattamento illecito dei dati,
· delitti di criminalità organizzata,
· delitti contro l’industria e il commercio,
· delitti in materia di violazione dei Diritti d’Autore,
· induzione a non rendere o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria.
Non entro nello specifico di ciascun reato, per non diventare troppo tecnico. Ciò significa che se un dipendente incorre in un reato tra quelli sopra elencati, ne risponderà lui in prima persona e l’organizzazione (impresa, fondazione, ecc,) cui appartiene, a meno che non siano state adottate le misure previste dal Decreto Legislativo. Misure che rendono necessario che il dipendente agisca in maniera fraudolenta rispetto al datore di lavoro.
Che cosa prevede il Decreto
Al fine di non incorrere in sanzioni è necessario articolare l’intervento su tre pilastri:
· il Codice Etico
· l’Organismo di Vigilanza
· la Valutazione dei rischi e l’adozione di misure di riduzione dei rischi.
Il Codice Etico è un documento, redatto dall’organizzazione, che indica i principi etici che guidano l’organizzazione e che devono essere rispettati da tutto il personale. Il Codice Etico deve essere approvato dagli organi statutari dell’organizzazione e diffuso a tutto il personale. La Regione Lombardia ha emanato delle “Linee guida regionali per l’adozione del codice etico e dei modelli di organizzazione e controllo delle Aziende sanitarie Locali e Aziende Ospedaliere” e delle “Linee guida regionali per la definizione di modelli di organizzazione, gestione e controllo degli enti accreditati che erogano servizi nell’ambito della filiera istruzione-formazione-lavoro” cui può essere utile dare una lettura per valutare quali indirizzi richiede il legislatore. Anche Confindustria ha promulgato delle Linee Guida che danno un’idea di cosa è necessario fare per rispettare la normativa.
L’Organismo di Vigilanza è un organo interno dell’organizzazione cui è delegato il controllo del Sistema e a cui i dipendenti possono fare riferimento, non solo per chiarimenti, ma anche per denunciare eventuali comportamenti scorretti di cui sono venuti a conoscenza. La composizione dell’Organismo di Vigilanza è un tema in discussione, anche perché il recente cosiddetto “Decreto Sviluppo” ha modificato, semplificando(?) le indicazioni contenute nella precedente normativa.
La Valutazione dei rischi è un documento, per struttura e metodologia può essere simile alla valutazione dei rischi per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, che identifica, in funzione di ciascuno dei reati considerati, il maggiore rischio per l’organizzazione. Ad esempio è possibile ipotizzare che una RSA abbia poche probabilità di incorrere in un “Abuso di mercato” (ad esempio perché a conoscenza di operazioni che poterebbero influenzare il valore di un titolo in Borsa), mentre può essere maggiore il rischio di un incidente sul lavoro o il consumarsi di un reato contro la Pubblica Amministrazione per finanziamenti ottenuti senza avere i requisiti necessari.
Dopo aver identificato i rischi e averli classificati in funzione della gravità è necessario definire quali azioni intraprendere per ridurre il rischio con l’adozione di nuovi comportamenti, la definizione di nuove procedure per tutta l’organizzazione.
A proposito del DLgs 231/2001 si parla di Modello organizzativo e di Sistema di Gestione in modo da garantire che l’organizzazione adempia agli obblighi definiti, controlli il rispetto della normativa e migliori costantemente le proprie prestazioni.
è possibile prevedere un’integrazione del Sistema di Gestione secondo il DLgs 231/2001 e il Sistema di gestione per la Qualità secondo la norma ISO 9001 e il Sistema di Gestione per la Salute e Sicurezza sul Luogo di Lavoro secondo la norma OHSAS 18001. In particolare quest’ultimo sistema è l’unico in grado di garantire il rispetto del Dlgs 81/2008 sulla Salute e Sicurezza sul Luogo di Lavoro (sistema esimente), i cui reati sono considerati anche nel DLgs 231/2001.
Conclusioni
Non è ancora certo l’obbligo di un Modello organizzativo e di un Sistema di Gestione secondo il DLgs 231/2001 per le RSA e le ASP, anche se è comunque utile il rispetto a tutela delle organizzazioni. La Regione Lombardia ha emanato delle Linee Guida, che pur non essendo specifiche per le RSA e le ASP, possono essere utilizzate come indicazione per lo sviluppo del Sistema di Gestione. Aver già sviluppato Sistemi di Gestione (Qualità, Ambiente o Sicurezza) è certamente di aiuto, ma non è indispensabile.
INN Consulting vanta l’esperienza per affiancare le RSA e le ASP nel rispondere in pieno ai requisiti normativi con procedure semplici e progettate sulle specifiche esigenze dell’organizzazione cliente. Per informazioni potete inviare una mail a info@innconsulting.it.
Impressionante l'ignoranza della Società InnConsulting al 27 novembre 2011 NON avevano neppure letto il DGR IX 937 del 1 dicembre 2010 che imponeva alle RSA Lombarde di presentare alle ASL un Codice Etico, come primo step nel percorso di assolvimento del Decreto 231/2001, proprio entro il 20/12/2011.
RispondiEliminaTali obblighi sono poi stati ulteriormente aggravati dalla successiva decretazione della Regione Lombardia per le RSA negli anni successivi, senza contare che l'obbligatorietà del Decreto 231/2001 deriva dall'essere requisito essenziale richiesto dal Testo Unico sulla Sicurezza D.Lgs. n.81/2008, dalla Normativa sulla Privacy D,Lgs. 196/2003 e dal Testo Unico Ambientale D.Lgs. 152/2006 così come modificato con D.Lgs. 121/2011 del 7 luglio 2011.
Cordialmente
prof. Alberto A. Villa
Amministatore Unico
Quantum Services Srl (quelli che facevano terrorismo ideologico nel 2011)
www.quantum-services.it