In periodi di crisi, in particolare quando è la domanda
quella che sconta le maggiori difficoltà, sono molte le risposte che le
organizzazioni possono dare per sopravvivere alla crisi.
Nel caso delle RSA, e in generale per il settore del
welfare, alla diminuzione della domanda (sono infatti un numero crescente le
famiglie che possono sostenere i costi di un ricovero in una RSA) si aggiunge
anche una riduzione del contributo regionale che costituisce una parte
rilevante delle entrate delle organizzazioni. La combinazione delle due
dinamiche ha effetti pesanti sui bilanci delle unità di offerte, che quindi si
pongono la domanda di cosa fare per poter garantirsi la sopravvivenza e per non
far mancare l’offerta dei propri servizi alla popolazione.
Le risposte che possono essere fatte si articolano
essenzialmente sulle seguenti direttive:
- aumento dei ricavi con ritocchi delle rette ( e la conseguente diminuzione della domanda di ricovero);
- taglio dei costi, in particolare quelli del personale affidando alcuni servizi in tutto o in parte a cooperative con costi del lavoro inferiori;
- recupero di efficienza eliminando gli sprechi presenti in misura maggiore o minore in qualsiasi organizzazione;
- diversificazione, affiancando attività nuove a maggior margine e sfruttando le possibili economie di scala con i servizi tradizionali.
Strategia
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Vantaggi
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Svantaggi
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Aumento delle rette
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Aumento dei ricavi
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Diminuzione della domanda di ricoveri e quindi possibile
rischio di posti letto liberi
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Taglio dei costi e esternalizzazione dei servizi
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Probabile riduzione dei costi tale da portare il bilancio
in pareggio o in attivo
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Possibile riduzione della qualità del servizio erogato
Riduzione delle possibilità di controllo della qualità del
servizio erogato
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Recupero di efficienza con eliminazione degli sprechi
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Riduzione dei costi tale da portare il bilancio in
pareggio o in attivo se le perdite sono solo di qualche punto percentuale
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Opzione praticabile per miglioramenti della redditività di
qualche punto percentuale.
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Diversificazione dell’offerta
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Presenza sul territorio rafforzata
Economie di scala legate alla presenza di strutture e
personale non completamente utilizzate
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Non sempre sono disponibili strutture e personale in
eccesso
Le attività in cui diversificare non sempre sono
economicamente vantaggiose
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Una risposta da considerare in una prospettiva di medio
periodo, una strategia preventiva, potremmo chiamarla, è l’investimento nella
costruzione di modelli organizzativi o nello sviluppo di Sistemi di Gestione
che permettano un miglioramento dei costi (quanto meno un attento controllo
della loro dinamica) ed un miglioramento anche degli standard di servizio
offerti.
Cosa intendiamo con Modello Organizzativo o Sistema di Gestione?
Un modello organizzativo è la modalità di organizzazione
delle risorse impiegate in un processo al fine di raggiungere un determinato
obiettivo. Si tratta cioè di fare in modo che tutto il personale, ma anche le
altre risorse, impiegato nei processi tenda verso un obiettivo o un sistema di
obiettivi definendo le regole che devono essere seguite per raggiungere questo
obiettivo. Le regole, come d’altra parte gli obiettivi, devono essere chiare,
formalizzate e diffuse.
Solo in presenza di chiari obiettivi tutta l’organizzazione
si muove nella direzione voluta, migliorando l’efficienza dei processi svolti.
Ci è capitato spesso di vedere organizzazioni che sono prive
di obiettivi, dove le operazioni vengono svolte perché devono essere svolte,
senza avere un indirizzo o un punto di riferimento.
Ancora meno sono le organizzazioni che definiscono gli
obiettivi in modo misurabile e che misurano il raggiungimento di quegli
obiettivi. In un precedente post abbiamo anche proposto un sistema di parametri
da monitorare che possono anche diventare di obiettivi.
Quando abbiamo trovato degli obiettivi, questi erano spesso
adottati per rispondere ai requisiti di accreditamento come il rispetto del
minutaggio per ospite imposto dalla Regione.
L’adozione di un Sistema di Gestione non può quindi
prescindere dall’adozione del modello PDCA (Plan, Do, Check, Act) che si basa
sulle seguenti 4 fasi:
- la pianificazione (Plan) che comporta la definizione e la comunicazione degli obiettivi da raggiungere e le modalità da adottare,
- lo svolgimento dei processi (Do) secondo le modalità pianificate,
- la verifica (Check) che siano rispettate le modalità e rispettati gli obiettivi,
- la correzione delle modalità (Act) se gli obiettivi non sono rispettati prima di ridefinire gli obiettivi per il periodo successivo.
Se si pone al centro la qualità del servizio e la
soddisfazione del cliente è possibile adottare uno schema che può fare
riferimento alla norma UNI EN ISO 9001; se l’obiettivo è quello relativa alla
tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori è possibile fare
riferimento alla norma OHSAS 18001 (che prossimamente diventerà ISO 45001).
Adottare uno di questi schemi, permette di avere dei riferimenti internazionali
e di limitare lo sforzo di progettazione.
è però anche
possibile non utilizzare questi schemi e adottare il modello PDCA definendo gli
obiettivi che si ritiene siano strategici per la organizzazione e controllando
che gli obiettivi siano conosciuti e raggiunti.
Spesso è la mancanza di obiettivi chiari e perseguibili che
provoca la perdita di competitività dell’organizzazione; queste sono le
organizzazioni che erogano servizi senza un obiettivo preciso per cui il
personale effettua le scelte senza una precisa discriminante per sapere cosa
conviene fare e cosa no.
Nella definizione degli obiettivi occorre fare lo sforzo di
identificare il parametro da misurare: se ci si limita a porsi come obiettivo,
ad esempio, l’aggiornamento del PAI con cadenza almeno trimestrale e a
verificare l’effettivo aggiornamento del PAI con le scadenze definite, siamo in
grado di rispettare gli obblighi richiesti dalle ASL, ma non facciamo fare un
salto di qualità al sistema. L’obiettivo deve quindi essere espresso in altra
maniera e deve riguardare non l’atto dell’aggiornamento del PAI ma i risultati
che l’adozione della Valutazione Multi Dimensionale comporta per l’ospite e per l’organizzazione.
Calcolare invece un indice che tenga conto di parametri che
influenzano la qualità della vita degli ospiti quali (a solo titolo di esempio):
- perdita di peso,
- idratazione
- cadute,
- diffusione di malattie infettive,
- infortuni agli ospiti
- ricoveri in ospedali o ricorso al pronto soccorso
è certo,
infatti, che solo un approccio Multi Dimensionale permette di migliorare i
parametri sopra riportati per cui il requisito per l’accreditamento sarà
comunque rispettato.
Proviamo a metterci nei panni di un operatore, è evidente
che se il suo obiettivo è il rispetto del programma di aggiornamento del PAI
sarà difficile muovere in lui dell’entusiasmo e della tensione per quella che
viene identificata come una attività amministrativo-burocratica. Diverso è il
caso in cui l’obiettivo è mantenere, e se possibile migliorare, le condizioni degli
ospiti su aspetti in cui la sua attività ha un diretto impatto. L’aggiornamento
del PAI diventa una conseguenza amministrativa non il fine dell’attività.
La costruzione degli indicatori diventa il fattore
fondamentale per la costruzione del Sistema di Gestione; non è immediato
identificare questi indicatori, specie se non sono disponibili in letteratura,
ma una paziente attività di sperimentazione è la base per la costruzione e il
consolidamento di questi indicatori obiettivo.
Ci sembra che siano poche le RSA che sono in grado di
monitorare facilmente e in continuo i parametri sopra elencati, per cui il
primo passo è il monitoraggio dell’esistente, per avere una base su cui
costruire gli obiettivi e che questi obiettivi siano poi raggiungibili.
In alcune RSA è difficile sapere quanti prelievi vengono
fatti, quante medicazioni, quanti ospiti sono alimentati per via enterale. La
costruzione di una base di dati diventa quindi la base per la costruzione del
Sistema di Gestione. Se non si misura non è possibile migliorare l’efficienza
dei processi.
L’implementazione del Sistema di Gestione diventa quindi uno
strumento di miglioramento della efficienza dell’organizzazione che lo adotta,
miglioramento che non sacrifica, ma migliora, la qualità delle prestazioni
offerte e la soddisfazione del cliente.
Approfondiremo questo tema nei prossimi post e se siete interessati
potete scrivere una mail a info@innconsulting.it
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